3 stanze, 3 spazi; 3 pavimenti, 3 soffitti: di legno, il resto intonso così come il tempo e la costruzione ce li ha restituiti, tutto imbiancato a calce.
Il pavimento come il soffitto, stessa orditura stessa tessitura; solo, quest’ultimo, piegato a capanna, con falde asimmetriche: regolari quadrangoli in multistrato di betulla – 1m x 1m circa – a misura delle stanze.
Una griglia –
cavedio per ogni sorta di cablaggio –, a colmare i fuorisquadra di ogni
costruzione in muratura che si rispetti, si specchia nel vuoto d’ombra che
contorna i pannelli a soffitto; un filo d’ombra, invece, necessaria modanatura
di allineamento e assemblaggio, separa i pannelli fra loro, ripianato a terra da
sottili cornici in massello con inserti di vetro colorato agli incroci: giallo,
rosso, accquamarina, per le 3 stanze.
Giallo, rosso,
grigio-blu, anche le porte di legno smaltato, a scorrere su “pannelli” d’intonaco
sincromi che recuperano il “piombo” del muro.
Gli infissi di
metallo – ferro zincato non verniciato – applicati all’esterno a scavalcare le
cornici: ancora una misura quadrangolare del variare del mondo e delle sue
vicissitudini.